ILLUSIONE
Il mio nome è Padma, fiore di loto, e nel nome posseggo la facoltà di inebriare,
inebetire, sconvolgere la mia e l’altrui vita. Ho sedici anni, sono
nata nel sud dell’India, nel Karnataka, e da quattro anni sono una Devadasi,
una serva, sposata a Yellama, dea dell’universo e della fertilità. La mia
famiglia mi ha venduta al tempio per la mia bellezza. Sono stata educata
alle arti della musica, della danza, del canto e della scrittura: mantengo i
miei genitori e i miei fratelli prostituendomi. Il tempio mi vende agli uomini
secondo l’uso di antichi secoli: dapprima sacerdotesse vergini siamo poi
diventate godimento di sacerdoti e pellegrini indù.
Il mio dramma è la mia bellezza. Innumerevoli volte ho pianto per il mio
corpo magro e ben fatto, il volto fiero e malinconico, gli occhi come noci
illuminate. Vorrei essere nata brutta, di quelle donne che al massimo attirano
lo sguardo di un distratto marito. Spesso mi accompagno ogni giorno
con più uomini, tanta è la richiesta del mio corpo fragile e del volto determinato.
Stringo una bambola dalle fattezze imperfette. La bambola che stringo
sono io. Io che stringo me stessa per farmi coraggio. Io stringo la bambola,
la mia compagna, perché non stringo nessun uomo quando si posa su di
me, né permetto che lo facciano con troppa foga. Le mie braccia sono distese
lungo il corpo, immobili, fredde e dolorose.
La mia bambola ha un nome: Vimla. Significa purezza e splendore. Vorrei
essere Vimla e un giorno lo sarò. In quattro anni il mio lavoro ha permesso
la dote di tre mie sorelle, la farina e il riso ogni giorno per la mia famiglia.
Il mio destino, quando il tempo m’invecchierà e lo sguardo non cadrà più
su di me, è quello di essere cacciata, rinnegata dalla famiglia e morire di
fame chiedendo l’elemosina a Mumbay o in un’altra grande città. Non
voglio che sia così.
Ho una speranza: un uomo ha pagato per stare con me. Non mi ha toccata.
Ha detto di rappresentare un’associazione non governativa disposta a
riscattare le devadasi minorenni, o a facilitare la loro fuga mandandole in
Inghilterra, in Italia o in Francia.
Stringo Vimla e piango. Spero nella purezza e nello splendore del futuro.
