top of page

DISGELO

 

Inizia il mese di marzo e sulle montagne dell’Atlante si scioglie l’ultima neve. I pendii sono macchiati di bianco e di verde, le pietre e la terra si tingono di grigio.

Oggi è il giorno della toeletta, il giorno dell’igiene settimanale. Soprattutto i bimbi vengono lavati, e lavati all’aperto, lontano dalla penombra del fuoco nella casa. Non più ombre di spettri nel chiaroscuro, ma corpi luminosi nel sole.

Un bambino piange. L’acqua appena tiepida fa rabbrividire. Dapprima, si sa, all’acqua versata sulla testa i bambini piangono, piano piano si abituano e poi sorridono sotto le sfrigolanti mani della mamma.

Altri quattro bambini aspettano il loro turno e i loro volti sono preoccupati per il primo brivido di freddo, più intenso dell’inverno. Una donna avanti negli anni, dalla pelle erosa dal sole e dal vento, racconta la favola di un bambino che lavato dall’acqua di montagna diventerà un giovane principe

del villaggio. Una sapiente affabulatrice la nonna dei bambini. Pregata, nelle notti invernali, di narrare dei misteriosi abitatori di boschi e vallate, del sottosuolo e delle caverne dell’Atlante sa animare di spiriti e figure magiche le notti sotto la neve.

Conosce centinaia di racconti e sorride alle prime lacrime del bambino al contatto con l’acqua.

Lei sa come consolare e divertire.

Dopo lunghe cavalcate a cavallo nella neve e nel sole un bimbo diventerà uomo, e con i capelli unti di profumatissimo olio di leccio sposerà una bellissima principessa venuta dal mare, dal mare che nessuno ha mai visto, ma è una distesa d’acqua più grande delle montagne e di tutto l’Atlante, di tutto il deserto descritto dai carovanieri e più profondo della terra.

Il corpo e la testa del bambino saranno profumati con essenze di montagna e i panni freschi non odoreranno più di armento. Il bimbo si sentirà leggero e riderà quando la sorella e i cugini si spoglieranno per essere lavati. La nonna narrerà altre storie. Altri piagnistei, altri mugugni di piacere. Poi correranno giù per il pendio senza timore di cadere nella neve, e di rotolare scivolando.

La primavera si farà sempre più calda, per poi farsi estate, soffrire il caldo di giorno e gioire nel frizzare della notte, quando sotto le stelle, belle come all’inizio dell’universo, la nonna accompagnerà il sonno con storie di misteriosi spiriti delle montagne, fino a che il silenzio del firmamento e delle parole spingeranno le giovani creature nei sogni, fino a una nuova aurora.

bottom of page